Volano gli
stracci nella Conferenza intergovernativa chiamata a disegnare il futuro della
storica linea ferroviaria Cuneo-Ventimiglia-Nizza. La bozza proposta
nell’ultima riunione della Cig Alpi del Sud, lo scorso 6 dicembre a Parigi, è
ormai poco più che carta straccia. Liti furibonde (in Italia) su un
documento considerato addirittura peggiorativo rispetto all’accordo del 1970
che accollava gli oneri di gestione all’Italia. Si alza la voce (in Francia)
contro il presidente della Regione Paca Christian Estrosi che vorrebbe
disfarsi della “grana” ferroviaria, riducendo il servizio francese da Nizza a
Breil per mettere in strada bus sostitutivi fra Breil e Tenda. Si discute
infine sul diritto di partecipazione delle Regioni al tavolo delle trattative.
La prima
bozza consolidata, quella del 6 dicembre, era il risultato di un’assise da cui
Piemonte e Paca erano state escluse per volontà della delegazione francese. La
Liguria resta alla finestra: il servizio è gestito attualmente dalla Regione
Piemonte e per Genova (vista un po’ come la “Cenerentola” di questa
triangolazione transfrontaliera) ci sarà spazio, semmai, nel futuro Gect con
finalità di sviluppo e promozione.
Inutile dire
che il nuovo appuntamento della Conferenza, inizialmente previsto per domani a
Torino dopo la “fumata nera” di Parigi, è saltato. La data fissata per la
riapertura del dialogo è quella del 15 marzo, sempre sotto la Mole, dove le due
Regioni proveranno a giocare un ruolo all’interno della commissione mista. Nel
frattempo il ministro Graziano Delrio dovrà dirimere la
controversia scaturita (secondo la ricostruzione del quotidiano La Stampa di
Cuneo) da una lettera inviata dal rappresentante unico per la delegazione
italiana Roberto Focherini, funzionario del dicastero dei trasporti, che
chiede la rimozione del presidente della Cig Alessandro Violi,
responsabile della direzione generale per il trasporto e le infrastrutture
ferroviarie.
Sullo sfondo
c’è anche l’interrogazione della deputata piemontese Fabiana Dadone
(M5S): «Il presidente della Cig ha proposto una convenzione peggiorativa e
dannosa per lo Stato italiano e che non ha tenuto conto delle posizioni dello
stesso rappresentante del governo. A fronte di questa comunicazione ho subito
rivolto un’interrogazione al ministro Delrio per chiedergli quali azioni
intenda porre in essere per tutelare gli interessi dei territori coinvolti e
gli interessi dello stato che rischia di trovarsi a sborsare risorse economiche
non dovute a tutto vantaggio della Francia e di Rfi». Un duro “j’accuse”che
termina poi con la richiesta di rimuovere anche i rappresentanti di Rfi dalla
Commissione intergovernativa. «Tutto questo è conseguenza della decisione del
ministero francese – fa sapere il portavoce dell’assessore piemontese
Francesco Balocco – che dapprima ha imposto un testo non condiviso, poi ha
escluso le Regioni dal tavolo».
Nessun
commento invece sui litigi ministeriali, bollati come “questione interna”. I
lavori di adeguamento della linea sono iniziati l’anno scorso per la parte che
riguarda Rfi e Regione Piemonte. A partire dal prossimo mese di settembre è
invece prevista la chiusura totale della tratta internazionale in territorio
francese, fino alla primavera del 2018. Sono 29 i milioni stanziati
dall’Italia, 15 (ma potrebbero salire fino a 20) quelli messi sul piatto dalla
Francia: serviranno per mettere in sicurezza l’infrastruttura e per dotare i
convogli di sistemi di controllo marcia treno interoperabili. Non basteranno
per innalzare nuovamente il limite di velocità a 80 chilometri orari su tutto
il percorso.
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